Giornata Mondiale in ricordo delle vittime della strada 2019
L’anno scorso, nel nostro Paese, si sono verificati 172.553
incidenti stradali: 3.334 persone hanno perso la vita e 242.919 sono
rimaste ferite. Parliamo di 473 incidenti, 666 feriti e 9 morti al giorno. I
più colpiti sono i giovani tra 15 e 24 anni: 414 morti, il 12,4% del totale. Ma
c’è un dato ancora più inquietante: i morti tra i 15 e i 19 anni sono
aumentati, addirittura, del 26,1%. Un bilancio drammatico e inaccettabile,
con costi sociali che superano i 18 miliardi di euro l’anno, pari
all’1,1 per cento del PIL. Quasi una ‘Finanziaria’.
Per trasformare un momento di profondo dolore in
un’occasione per contribuire concretamente alla sicurezza delle nostre strade,
l’ACI propone cinque semplici regole, che possono aiutare a combattere le
principali cause di incidente – distrazione, velocità, alcol e droga, mancato
uso di cinture e seggiolini per bambini, scarsa attenzione a pedoni e due ruote
- e fare la differenza tra far sì che la vita duri tutta la vita e perderla.
La distrazione e' un
attimo. - l'ultimo; Rallenta. Tanto non
si vince niente. - Se ti sballi e guidi sei fuori strada. - Certi legami
allungano la vita. - Cinture e seggiolini: allacciati. Sempre. - Utenti
vulnerabili: più sono deboli più i rischi sono forti. Rispettiamoci.
“La Giornata Mondiale in ricordo delle vittime della strada
non deve ridursi alla doverosa partecipazione al dolore di migliaia di famiglie
ma, deve trasformarsi in un momento di riflessione su un fenomeno drammatico,
che non possiamo e non dobbiamo considerare un tributo fisiologico e
inevitabile al nostro bisogno di mobilità”, ha dichiarato il Presidente
dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani.
“L’obiettivo ‘zero morti sulle strade’ – ha
sottolineato il Presidente dell’ACI - non è utopia. È realtà. Una realtà
ancora lontana, è vero, ma una realtà. Gli incidenti sono errori drammatici, non
tragiche fatalità. Si possono e si devono evitare. La chiave è una sola:
l’educazione alla sicurezza. Per salvare un numero sempre maggiore di
giovani vite, l’ACI è da sempre impegnato nell'educazione dei giovani – in
particolare futuri e neo-patentati - a una mobilità sicura e responsabile, sia
supportando i programmi dedicati nella formazione scolastica, che potenziando
gli strumenti formativi di supporto all'insegnamento e al perfezionamento della
guida”.
“I problemi con i giovani sono essenzialmente due – ha
evidenziato Sticchi Damiani: prima di prendere la patente, tendono a
sovrastimare le loro capacità e, una volta presa la patente, tendono a
sottostimare i rischi che capita di dover affrontare sulle nostre strade. Per
questo, i corsi di guida sicura svolgono un ruolo fondamentale: perché fanno
toccare con mano, anche a quei ragazzi che si ritengono già esperti, i loro
limiti e le loro fragilità, prima che sia un evento drammatico, se non
addirittura tragico, a dimostrarle, quando, ormai, per loro non c’è più niente
da fare”.
“Le statistiche 2018 - ha concluso il Presidente ACI
– dimostrano che non bisogna mai abbassare la guardia ma continuare a
intensificare gli sforzi: per questo il nostro impegno nel prevenire e limitare
l'incidentalità stradale crescerà ancora, attraverso un aggiornamento costante
di contenuti e metodologie formative e divulgative, e una collaborazione sempre
più stretta con tutti gli operatori del settore, istituzionali e no, nella consapevolezza
che solo facendo squadra si potrà controllare, arginare e, finalmente,
debellare questa drammatica emergenza sociale”.
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