A ottobre prosegue la ripresa del mercato europeo, grazie alle auto aziendali
A ottobre continua il recupero, dell’8,6%, del mercato
Europeo dell’automobile, influenzato tuttavia dal confronto con ottobre del
2018, quando la domanda di autovetture scese del 7,3% per l’ancora incompleta
disponibilità di prodotto da parte di alcuni Costruttori conseguente
all’introduzione della normativa WLTP.
Secondo i dati diffusi dall’ACEA, l’Associazione dei
Costruttori Europei, a ottobre le immatricolazioni di auto nuove nell'Europa
dei 28+EFTA sono state pari a 1.214.989 unità, 96.000 in più di 12 mesi prima.
Si smorza quindi il trend negativo della domanda di autovetture nel corso del
2019, che registra 13.330.918 immatricolazioni, lo 0,7% in meno delle
13.427.130 unità del periodo gennaio-ottobre dello scorso anno.
Dall'analisi dei risultati del mese per paese, si nota un
generalizzato aumento delle vendite con 26 dei 30 paesi analizzati in crescita
(con l’eccezione di Regno Unito, Norvegia, Islanda e Cipro).
Analizzando i 5 Major Markets, emergono per il mese di
ottobre le positive performance di Germania, Francia, Spagna e Italia, con il
Regno Unito invece in calo per l’ottavo mese nel corso dell’anno. L’Italia
aumenta le proprie immatricolazioni del 6,7% rispetto a ottobre del 2018, con
un calo nei 10 mesi in linea con la debole dinamica del mercato complessivo
(-0,8%).
“La domanda di autovetture nei principali mercati
Europei – commenta Andrea Cardinali, Direttore Generale dell’UNRAE, l’Associazione
delle Case automobilistiche estere – è debole nella componente dei privati
e sostenuta solo dagli acquisti di auto aziendali, che li rende maggiormente
resilienti ai molteplici “scossoni” cui sono sempre più spesso soggetti”.
“D’altra parte, con un trattamento fiscale decisamente più
favorevole alle auto aziendali rispetto all'Italia – continua il Direttore
Generale – in quegli stessi mercati la quota di autovetture acquistate
dalle società, compresa tra il 54% e il 65% nel 2019, è più alta che in Italia
(al 43%), favorendo un più rapido rinnovo del parco circolante che ha quindi
un’anzianità media anche di 3 anni inferiore rispetto al nostro Paese”.
“Ribadiamo quindi – conclude Cardinali – la nostra
più ferma contrarietà a qualunque proposta di aumento della tassazione sulle
auto aziendali in uso promiscuo, che colpirebbe il segmento più dinamico del
mercato auto, non solo rallentando lo svecchiamento del parco, con un impatto
negativo sia sull'ambiente sia sulla sicurezza dei cittadini, ma risultando del
tutto inefficace, anzi addirittura controproducente dal punto di vista del
gettito fiscale: lo dimostra una rigorosa analisi di impatto elaborata dal
nostro Centro Studi e già in possesso delle Istituzioni”.
Fonte Unrae
Commenti