Croce Bianca Genovese e migranti di Voltri in campo per “un calcio” a razzismo e discriminazioni

 Sessanta minuti intensi, con due squadre che si sono affrontate ‘a viso aperto’ e senza esclusione di colpi, ma soprattutto sessanta minuti di fratellanza, unità, amicizia, rispetto e gioia di stare insieme.

 Poco importa se il tabellino finale della partita svoltasi questa mattina, sabato 11 novembre, al campo “San Carlo” di Voltri, abbia segnato un netto 2-8 in favore dei ragazzi ospiti della tendopoli gestita dalla Croce Bianca Genovese: il “calcio” più importante è stato quello alle discriminazioni, al razzismo, alla disuguaglianza e alla violenza.


 Lo sport come linguaggio universale per unire e superare qualsiasi barriera, promuovendo i valori di accessibilità, fair play, rappresentatività, inclusione, lealtà, uguaglianza e lotta al razzismo e alle discriminazioni: è stato questo lo scopo della "gara" che ha visto protagoniste le due formazioni da 11 calciatori sul terreno di gioco della Voltrese Vultur, associazione sportiva che ha messo a disposizione gratuitamente l'impianto per questo importante momento di solidarietà, reso ancor più rilevante da un periodo storico molto delicato come quello attuale, dilaniato da guerre, conflitti e divisioni.

 Il calcio d'inizio è stato battuto dal presidente gialloblù Pasquale Ottonello insieme a Walter Carrubba, presidente della Croce Bianca Genovese. 

 La formazione della Pubblica Assistenza, allenata da Alessandro Malatesta, era capitanata dal consigliere Giorgio Migliaccio, mentre quella dei migranti di mister Marco Marcenaro era capitanata dal mediatore culturale Yaya Moussa.

 Al termine della gara, un “terzo tempo” conviviale nel quale si sono svolte le premiazioni (naturalmente a pari merito per entrambe le formazioni, indipendentemente dal risultato del campo) e un rinfresco per tutti i partecipanti.

 La partita è stata diretta da Federico Ursi, coordinatore Team Comunicazione della Croce Bianca Genovese nonché ex arbitro FIGC in Eccellenza.

 “Ci siamo divertiti molto e siamo tutti contenti” esordisce Yaya Moussa, mediatore culturale della Croce Bianca Genovese. “Abbiamo vinto, abbiamo ricevuto delle medaglie e mangiato focaccia tutti insieme. Ragazzi provenienti dal Mali, dalla Guinea, dal Burkina Faso, dalla  Costa d’Avorio come me, tutti insieme mano nella mano: hanno legato subito tra di loro e con gli operatori. Molti di loro non avevano mai giocato a pallone a livello agonistico e anche per questo ringraziamo i presidenti di Croce Bianca Genovese e Voltrese Vultur per l’accoglienza e ospitalità”.

 “Come sempre lo sport unisce e abbatte le barriere; abbiamo cercato di avvicinare i nostri volontari ai ragazzi che stiamo ospitando. E poi la “Croce” le ha prese, quindi credo proprio che i nostri ragazzi vorranno la rivincita”, ha dichiarato il presidente della Croce Bianca Genovese, Walter Carrubba.

 Per Marco Marcenaro, consigliere della Croce Bianca Genovese nonché ‘mister’ della squadra migranti “è stata un’esperienza bellissima, i ragazzi hanno partecipato molto volentieri a questa iniziativa e credo sia un ottimo punto di partenza per favorire l’aggregazione”.

 Gli fa eco Pasquale Ottonello, presidente della Voltrese Vultur: “Abbiamo avviato un percorso di collaborazione con varie realtà sul piano dell’ospitalità e dell’accoglienza sportiva. Oggi con la Croce Bianca Genovese abbiamo inaugurato questo percorso e toccato con mano che sia un percorso possibile, per il quale abbiamo un’idea più strategica e più stabile. Ringrazio la Pubblica Assistenza e i volontari per quest’opportunità che dà un significato alla possibilità di accogliere su un terreno sportivo persone come quelle che questa mattina hanno giocato con noi”.

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