Ue e Governi
nazionali adattino le politiche di sicurezza stradale alle esigenze di una
popolazione che invecchia
Garantire
che gli automobilisti anziani non siano discriminati a causa dell’età
Migliorare
la sicurezza di pedoni e ciclisti anziani
Italia
2022:
960
anziani deceduti per incidenti stradali (2,6 al giorno)
28.374
feriti (77,7 al giorno: 3 ogni ora)
Unione
Europea e governi nazionali devono adattare le politiche di sicurezza stradale
alle esigenze di una popolazione che invecchia, migliorando - con
infrastrutture sicure e ben protette - la sicurezza di pedoni e ciclisti
anziani, e garantendo che gli automobilisti anziani non risultino discriminati
a causa dell’età.
Sono
queste le principali indicazioni che si ricavano da “Reducing older people’s
deaths on European roads - PIN Flash 45”, il rapporto, pubblicato oggi (www.etsc.eu/pinflash45), dal Consiglio
europeo per la sicurezza dei trasporti (ETSC) - l'organizzazione indipendente e
senza scopo di lucro impegnata a ridurre il numero di morti e feriti nei
trasporti in Europa.
“Poiché
la popolazione europea continua ad invecchiare – ha dichiarato Jenny Carson,
coautrice della ricerca - questo Rapporto sottolinea la necessità di un
approccio globale alla sicurezza stradale degli anziani, che bilanci le misure
di sicurezza con i vantaggi derivanti da una mobilità attiva ed indipendente”.
Il
Rapporto sottolinea come le stesse collisioni che, in utenti più giovani,
possono comportare conseguenze lievi, per le persone di 65 anni o più rischiano
di avere esiti gravi o addirittura fatali, a causa del maggiore rischio di
mortalità in caso di impatto fisico.
Nel
nostro Paese, in particolare - uno dei più longevi in ambito europeo, dove gli
over 65 rappresentano, ormai, quasi un quarto della popolazione totale -
garantire agli anziani una mobilità attiva, indipendente e sicura è una delle
sfide, allo stesso tempo, più difficili e rilevanti.
Basti
considerare che, in un solo anno (2022), sulle nostre strade sono deceduti 960
anziani (2,6 al giorno) e 28.374 (77,7 al giorno: 3 ogni ora) sono rimasti
feriti. Lo svantaggio delle classi di età più anziane è evidente considerando
la distribuzione dei tassi di mortalità stradale per fasce di età: a fronte di
una media nazionale pari a circa 53 morti per milione di abitanti, tale valore
sale a 86 tra gli 80 e gli 84 anni e a 106 nelle fascia 85-89 anni.
Tra i
principali risultati ottenuti in materia, il Rapporto evidenzia:
una
riduzione media annua del 3% della mortalità stradale degli anziani nell'UE25
negli ultimi dieci anni, in gran parte dovuta ai miglioramenti registrati
complessivamente nella sicurezza stradale;
la
presenza di variazioni significative nella sicurezza stradale tra vari i paesi.
Quello più sicuro per gli anziani è la Norvegia, seguita da Lussemburgo e Regno
Unito, mentre Romania, Serbia e Bulgaria registrano la più alta mortalità
stradale in questa categoria di cittadini;
la
presenza di variazioni significative nella mortalità stradale degli anziani a
seconda della modalità di trasporto, della fascia di età e della tipologia di
collisione;
una
percentuale significativa costituita da anziani tra i pedoni e ciclisti uccisi
in incidenti stradali: è fondamentale, quindi, comprendere le criticità
presenti in queste tipologie di sinistro per elaborare misure efficaci di
sicurezza stradale;
una
popolazione europea che continua ad invecchiare e quindi la necessità che le
politiche in materia si evolvano per rispondere ai requisiti di sicurezza
specifici per questa fascia demografica.
Il
Rapporto evidenzia, inoltre, il problema, spesso trascurato, delle cadute dei
pedoni in strada, sottolineando l’importanza di monitorare tali eventi per
favorire la mobilità attiva e migliorare la sicurezza di coloro che si spostano
a piedi.
Riguardo
ai conducenti anziani, il testo elaborato sottolinea come i controlli medici
basati sull’età non consentano di prevenire adeguatamente le collisioni gravi e
potrebbero indurre i conducenti anziani a utilizzare modalità di trasporto più
vulnerabili quando smettono di guidare. Vari studi hanno già evidenziato che
condizioni mediche specifiche, abuso di sostanze, disturbi mentali, epilessia e
diabete sono fattori più importanti dell’età e colpiscono i conducenti in tutte
le fasi della vita.
Sebbene
la Commissione europea, nella bozza di revisione delle norme UE sulle patenti
di guida, abbia recentemente proposto che tutti i conducenti siano soggetti a
controlli medici regolari dopo i 70 anni, ETSC sostiene però che questa regola
sia discriminatoria, ritenendo preferibile che i medici di famiglia utilizzino
un protocollo di screening per tutte le fasce d’età, in modo da segnalare
quelle condizioni mediche che potrebbero influire negativamente sull’idoneità
alla guida.
Il
rapporto sottolinea, infine, anche l’importanza di infrastrutture stradali
sicure e ben mantenute, di misure di moderazione del traffico e di
attraversamenti pedonali ben regolati da semaforo per migliorare la sicurezza
degli utenti stradali più anziani.
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