Le minacce cyber per l’industria automotive europea


La divulgazione dolosa o involontaria di informazioni, sia da parte di dipendenti sia da terzi, fa ormai parte della vita quotidiana.
Quasi tutto e tutti sono un potenziale target nel mondo connesso di oggi e nell’Internet.
 Ridurre i rischi e le vulnerabilità è un imperativo aziendale ma anche legale, in quanto le recenti normative (ad esempio il GDPR) obbligano le organizzazioni a proteggere determinate tipologie di informazioni.
In questo contesto, l’industria automobilistica ha necessità di scambiare una serie di dati critici; la trasmissione di queste informazioni, tra diverse le reti, comporta problemi di cyber security. Indipendentemente dalle dimensioni, ogni organizzazione ha un elemento in comune: le informazioni.
“Possedere informazioni è una responsabilità”, dichiara Gabriele Zanoni, Consulting Systems Engineer di FireEye. “Le organizzazioni devono proteggere le informazioni, avere visibilità su dove risiedono i loro dati riservati sulle loro reti, essere a conoscenza della loro destinazione e attuare una politica per la loro gestione. Una strategia che bilanci le esigenze legali e commerciali delle organizzazioni è vitale per proteggerle adeguatamente”.

“Molti cambiamenti che a un primo sguardo appaiono positivi, offrono nuovi possibili punti di ingresso per i cyber criminali in quanto allargano il perimetro della superficie di attacco”, aggiunge Zanoni. “All’inizio del 2015, alcuni ricercatori hanno dimostrato, infatti, come le vulnerabilità nei software di controllo di un veicolo possano essere state sfruttate per introdurre codici malevoli e modificare, ad esempio, il funzionamento dello sterzo”.

Con i principali player dell’industria automobilistica che competono per sviluppare veicoli autonomi, è probabile che vi sarà sempre una maggiore attenzione da parte dei cyber criminali verso questo settore.
La connettività dei veicoli attraverso sistemi di navigazione potrebbe sempre più essere di interesse per i cyber criminali che potrebbero voler accedere a queste ricerche non solo per spionaggio o per un ritorno economico, ma anche per attacchi “distruttivi” volti alla manipolazione delle macchine o dei relativi sensori.
L’industria deve integrare e migliorare le proprie misure di sicurezza contro questa tipologia di aggressori (che usano tecniche di attacco particolarmente sofisticate) sia durante la fase di produzione sia di post-produzione per proteggere tutti gli utenti da questa tipologia di minacce.

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