Fare leva sul fisco per una mobilità più sicura, efficiente e pulita
Attraverso
un’equa leva fiscale sulla mobilità si può stimolare la ricerca verso combustibili
a sempre più basso impatto ambientale, incentivare nuovi propulsori più
efficienti, promuovere nuove forme di analisi dei dati per la prevenzione degli
incidenti ed orientare al meglio le scelte politiche per migliorare i comportamenti
di guida. È quanto è emerso a Milano, durante il weekend del Gran Premio
d’Italia di Formula1, nel corso del workshop “Fisco, Ambiente, Sicurezza e
Salute”, organizzato dall’Automobile Club d’Italia con l’intervento di Regione
Lombardia, Regione Liguria, Istat, Eni e Università “La Sapienza” di Roma.
“La
sicurezza della circolazione e la tutela della salute sono i cardini
dell’Automobile Club Italia – ha dichiarato Salvatore Moretto, Direttore ACI
del Servizio gestione Tasse automobilistiche – e la cronaca di questi giorni
dimostra come tali obiettivi dipendano dalle infrastrutture, dai dispositivi di
sicurezza del veicolo, dall’efficienza dei motori e dei combustibili, ma
soprattutto dai corretti comportamenti di guida: ancora oggi 9 incidenti su 10
sono causati dal comportamento scorretto del conducente”.
L’anno
scorso in Italia 174.933 incidenti stradali hanno ucciso 3.378 persone, con
costi sociali superiori a 19,3 miliardi di euro, pari a oltre 1,1% del
PIL. Il tema della sicurezza tocca da vicino anche il lavoro: 322
incidenti mortali sono avvenuti durante gli spostamenti di lavoro.
Statistiche
sempre più efficaci possono orientare al meglio gli interventi a livello
nazionale e locale. Proprio per questo, Monica Scannapieco, Responsabile del
Servizio Architettura Integrata dei dati e dei processi di Istat, ha annunciato
che “l’Istituto Nazionale di Statistica ha avviato un programma innovativo di
smart statistics, con sistemi integrati di dati che sfruttano anche le nuove
fonti come Google Traffic e Waze. Attraverso un’ampia mole di dati
georeferenziati si possono integrare le analisi a supporto di tutte le scelte
strategiche sulla mobilità”.
Nei
prossimi due anni la mobilità sulle strade genererà 40 zettabytes di dati,
equivalenti a quattro milioni di anni di video in alta definizione: se 1 auto
su 4 circolante oggi a S. Francisco fosse autonoma, la mole di dati registrata
in un anno sarebbe pari al totale prodotto finora da Twitter. “I dati non vanno
solo accumulati – ha evidenziato Maurizio Lenzerini, Ordinario di Computer
Science dell’Università “La Sapienza” di Roma – ma analizzati con un metodo
scientifico rigoroso, il cui contributo risale fino ad Aristotele e al suo
concetto di ontologia”.
Per
quanto riguarda gli aspetti più strettamente connessi al rapporto
mobilità-energia, Giuseppe Ricci, Chief Refining e Marketing Officer di Eni, ha
spiegato come “la mobilità sostenibile sia un tema da affrontare con azioni
sinergiche, nelle quali tutte le tecnologie sono chiamate a dare il proprio
contributo. Serve un approccio intermodale tra i diversi sistemi locali di
trasporto come servizi pubblici, car sharing e impiego di carburanti
alternativi. Il ricambio veicolare pubblico e privato porterebbe ad una
significativa riduzione delle emissioni inquinanti, grazie all’impiego di mezzi
più efficienti ed evoluti sotto il profilo tecnologico e alimentati con
carburanti a minor impatto carbonico”.
Il
mondo accademico è pronto a dare il suo contributo. Secondo Alessandro Corsini,
docente di Sistemi per l’Energia e l’Ambiente dell’Università “La Sapienza” di
Roma, “è possibile pensare a un futuro dove le automobili saranno alimentate
con olio di palma, olio di girasole ed oli esausti come quelli dei fast food.
Non esistono barriere tecnologiche per auto più sicure e pulite: i sensori sui
veicoli consentono già oggi di riconoscere un potenziale guasto con 15 minuti
di anticipo”.
Sulle
potenzialità della leva fiscale si è invece concentrata Lucia Marsella,
Responsabile dell’Unità Organizzativa per la Tutela delle Entrate della Regione
Lombardia, che ha sottolineato come sia stato “già adottato un Piano Regionale
degli Interventi per la Qualità dell’Aria, caratterizzato da misure
incentivanti per la sostituzione delle auto più inquinanti, e realizzato
l’archivio fiscale dei veicoli, basato sui dati del PRA ed alimentato da tutte
le Pubbliche Amministrazioni. E’ prevista inoltre l’integrazione di questa
piattaforma con i dati sanitari e quelli in possesso dell’Agenzia delle Entrate
per contrastare ancora più efficacemente l’evasione fiscale”.
“La
politica è chiamata a fare un passo avanti – ha concluso Raul Giampedrone,
Assessore della Regione Liguria con delega ai Lavori Pubblici, alle
Infrastrutture e all’Ambiente – e la Pubblica Amministrazione deve fare
sistema. In quest’ottica è auspicabile che la collaborazione tra ACI e Istat
possa essere a servizio anche delle scelte ambientali: guardando per esempio ai
provvedimenti dei sindaci sulla mobilità urbana, dati ancora più puntuali e
precisi aumenterebbero l’efficacia delle misure adottate, circoscrivendone al
massimo l’impatto territoriale e temporale”.
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