Il rapporto ACI ISTAT 2018 su incidenti stradali
Italia 2018: diminuiscono morti (3.325 contro i
3.378 del 2017: -1,6%), incidenti (172.344 rispetto ai 174.933 dell’anno
precedente: -1,5%) e feriti (242.621, erano 246.750 nel 2017: -1,7%).
I costi sociali dell’incidentalità stradale sono stimati
pari all’1% del PIL nazionale.
Questi i dati essenziali del Rapporto ACI-ISTAT, che
anche quest’anno sarà diffuso alla vigilia dell’esodo estivo.
“Rispetto allo scorso anno registriamo, purtroppo, un aumento
delle vittime delle categorie vulnerabili, in particolare tra i pedoni - ha
dichiarato Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club d’Italia. La
riduzione media annua del numero di vittime della strada del nostro Paese, poi,
pari a 2,6% nel periodo 2010-2018, è inferiore a quanto stimato per l’obiettivo
europeo - ormai irraggiungibile - di dimezzare il numero di morti in incidenti
stradali entro il 2020. La sicurezza deve tornare ad essere una priorità, sono
necessari, da subito, corsi di aggiornamento o di guida sicura riservati ai
conducenti, in quanto, se da una parte l’età delle vittime è aumentata,
dall’altra i giovani si confermano la categoria più a rischio. E’ fondamentale,
infine, una maggiore attività di controllo”.
"Il quadro dell’incidentalità stradale negli anni
recenti riflette una diffusa situazione di stagnazione, con un arresto nei guadagni
in termini di vite umane” ha affermato Gian Carlo Blangiardo, presidente
dell’Istat. “Per monitorare il fenomeno e fornire un utile supporto alle
decisioni, sarà necessario intensificare gli sforzi, anche in vista dei nuovi
target per la sicurezza stradale previsti nell’agenda 2030. Gli obiettivi
saranno basati su indicatori di prestazione riferiti a diversi ambiti, tra i
quali velocità, infrastrutture, uso dei sistemi di protezione e distrazione
alla guida. Inoltre, per venire incontro alle esigenze informative future,
l’offerta di dati e strumenti di analisi dell’Istat è stata arricchita anche
dalla nuova frontiera delle statistiche sperimentali; di recente pubblicazione
sono i nuovi indicatori di incidentalità stradale basati sull’utilizzo di big
data".
CHI?
Giovani 15/24 anni e anziani 70/74 prime vittime; bambini in
diminuzione.
Le fasce d’età più a rischio risultano i giovani tra 15 e 24
anni (413 morti: 12,4% del totale; 70,2 decessi per un milione di residenti) e
gli anziani tra 70 e 74 anni (222 morti: 6,7% del totale; 78,4 decessi per un
milione di residenti).
Per gli uomini si rilevano picchi in tre fasce d’età: 40-44
(200 morti), 20-24 (197), 55-59 (194). Per le donne frequenze maggiori per le
età 70-84 (179).
Nel 2018 si sono registrate 9 vittime in meno tra i bambini
0-14 anni (34 rispetto ai 43 dell’anno precedente: -20,9%), ma siamo ancora
lontani dall’obiettivo “vision zero” stabilito dal Piano Nazionale della
Sicurezza Stradale 2020.
Tra tutti i conducenti coinvolti in incidenti, è particolarmente
alto il numero di quelli tra i 40 e i 49 anni (21%), seguiti dai giovani tra i
20 e i 29 anni (19%) ma si registrano proporzioni elevate anche tra i più
anziani (8% con età 70 anni e più). Rispetto ai patentati la probabilità di
essere coinvolti in un incidente è più elevata nei giovanissimi, mentre
decresce a partire dai 25 anni.
Aumentano pedoni e ciclomotoristi; diminuiscono motociclisti
e ciclisti.
L’aumento dei morti ha riguardato, in modo particolare, ciclomotoristi
(108; +17,4%) - che si confermano tra le categorie più a rischio - e pedoni
(609; +1,5%). Nel complesso, gli utenti vulnerabili rappresentano circa il 50%
dei decessi (1.621 su 3.325).
Nel 2018 si sono registrate 1.420 vittime tra conducenti e
passeggeri di autovetture (-3%), 685 tra i motociclisti (-6,8%), 219 tra i ciclisti
(-13,8%).
DOVE?
Aumentano i morti sulle autostrade, diminuiscono in città e
sulle strade extraurbane.
Nel 2018 è diminuito il numero di incidenti su strade urbane
(126.701; -2,9%) e autostrade (9.372; -0,2%), mentre è aumentato sulle
extraurbane (36.271; +3,4%). In città e in autostrada sono diminuiti anche i
feriti (169.573 e 15.440 rispetto a 174.612 e 15.844 del 2017, pari a -2,9 e -2,5%).
Crescono (+10,5%) i morti su autostrade (i 43 morti di
Genova sul Ponte Morandi sono compresi nella statistica), mentre scendono quelli
all’interno dei centri abitati (-4,4%) e sulle strade extraurbane (-1,2%).
PERCHÉ?
Prime cause: distrazione, mancata precedenza e velocità
elevata
Distrazione, mancato rispetto della precedenza o del
semaforo, velocità troppo elevata si confermano, anche nel 2018, le prime tre
cause di incidente (complessivamente il 40,8% delle circostanze).
Tra le altre cause più rilevanti: distanza di sicurezza (20.443),
manovra irregolare (15.192), comportamento scorretto verso il pedone (7.243) o del
pedone (7.021), presenza di buche o ostacoli accidentali (6.753):
rispettivamente il 9,2%, il 6,9%, il 3,3%, il 3,2% e il 3,1% del totale.
Sulle strade urbane la prima causa di incidente è il mancato
rispetto di precedenza o semafori (17%), seguito dalla guida distratta (14,9%);
sulle strade extraurbane la guida distratta o andamento indeciso (20,1%), velocità
troppo elevata (14%) e mancata distanza di sicurezza (13,8%).
Violazioni principali: velocità, segnaletica, cinture di
sicurezza/seggiolini e uso del cellulare
Nel 2018 le sanzioni per le violazioni al Codice della
Strada si sono ridotte complessivamente del 4,4%, (anche a causa della
diminuzione dei controlli da parte delle Forze dell’Ordine), le voci
principali, oltre al superamento dei limiti di velocità, vedono ai primi posti
l’inosservanza del rispetto della segnaletica (365.697; -6,6%), seguita da mancato
uso delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta dei bambini (202.941;
-0,03%) e uso improprio del cellulare alla guida (136.950; -6,1%).
In diminuzione anche le contravvenzioni per eccesso di
velocità, (2.513.936; -11,6%). Tra le probabili cause il fatto che, nei mesi di
giugno e luglio, il sistema Tutor sia stato inattivo.
QUANDO?
Agosto mese più pericoloso
I mesi estivi si confermano il periodo con il maggior numero
di incidenti e vittime. Agosto è il mese più pericoloso per il numero di
incidenti gravi in tutti gli ambiti stradali (2,7 morti ogni 100 incidenti). Giugno
e luglio quelli con più incidenti nel complesso, (rispettivamente 16.755 e
16.856). Gennaio e Febbraio, viceversa, i mesi con il minor numero di
incidenti, Febbraio anche con il minor numero di morti. Di notte (tra le 22 e
le 6 del mattino) e nelle ore di buio aumentano sia l’indice di mortalità che
quello di lesività (rispettivamente morti e feriti ogni 100 incidenti).
Aumenta (di poco) la mobilità
In ripresa la mobilità: lo scorso anno le prime iscrizioni
di veicoli sono aumentate dell’1% rispetto al 2017, mentre il parco veicolare dell’1,3%.
Stabili le percorrenze autostradali: +0,4%, con oltre 84 miliardi di km
percorsi.
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